Sistemi HiFi

Impianti HiFi d’eccellenza, adatti ad ogni esigenza

Scegliere la configurazione di impianti HiFi, amplificatori audio e diffusori acustici per un ottimo ascolto musicale sembra semplice ma , per usufruire davvero di questa scelta, è consigliabile seguire alcune regole. Con la tecnologia in uso ascoltare musica è facile con un diffusore con bluetooth oppure con un collegamento wi-fi, ma chi vuole ascoltare vera musica sa che questi elementi non bastano e che disporre di un sistema stereo con amplificatori audio è tutta un’altra cosa.

Elementi fondamentali del proprio impianto sono i diffusori acustici e gli amplificatori stereofonici che dovranno essere in perfetto abbinamento tra loro. È quindi importante costruire impianti Hi fi seguendo alcuni criteri base utili a comporre un sistema stereo equilibrato e adattato alle proprie esigenze.
La potenza erogata da parte dell’amplificatore determina sostanzialmente la qualità percepita a bassi volumi, non quanto può “spingersi oltre” a livello di volume assoluto. Sbagliato pensare che sia sufficiente avere pochi watt perché ci si trova in un appartamento e non si può esagerare con i volumi. Solo nel caso di amplificazione a valvole il discorso pochi watt entra in gioco, ma questa è caratteristica intrinseca del prodotto.

Ovviamente non è solo la potenza a determinare la qualità, sono tutti i componenti che concorrono negli impianti HiFi a restituire pulizia, veridicità e precisione.

I diffusori e la loro timbrica

Ogni amplificatore ha le sue peculiarità e, se vogliamo, i diffusori ancor di più. La timbrica del diffusore è sicuramente un parametro da considerare con attenzione. Ci sono marchi che si mantengono più neutri, altri tendono ad enfatizzare alcune frequenze specifiche, alcuni hanno un suono estremamente dettagliato ed altri ancora un suono un po’ più sporco ma corposo. Qui entra in gioco il gusto personale. Importante perciò fare un ascolto del diffusore per prendere la decisione più corretta, decisione che diventa puramente soggettiva. Audio Quality offre ampi spazi all’interno dei quali poter provare ed appunto ascoltare i diffusori dei propri desideri.

Altro fattore da considerare è la differenza tra un “diffusore da scaffale” ed una “torre da pavimento“. All’ascolto la differenza è lampante, nel diffusore da scaffale mancano diverse frequenze fondamentali per alcuni generi musicali. A parità di marchio e serie, se andiamo a confrontare le due tipologie di diffusore, il miglioramento lo si intuisce nei primi secondi di ascolto. Dove i medio-alti sono abbastanza simili, tutto ciò che si trova nelle frequenze più basse viene perso nel diffusore da scaffale. È importante ricordare però che la troppa preponderanza del diffusore da pavimento può creare alcuni problemi acustici dovuti all’ambiente.

Grazie ai nostri tecnici sarà possibile studiare la miglior soluzione e individuare il prodotto più corretto. Passo di ulteriore miglioramento potrà essere un trattamento acustico del proprio ambiente.

Per i propri impianti Hi Fi AudioQuality commercializza le migliori marche sul mercato: B&W, Paradigm, DynAudio,  Martin Logan, ecc. ecc.

I cavi: l’importanza delle connessioni

Importantissimi sono anche tutti gli elementi che si possono definire “accessori“. I cavi di segnale, i cavi di potenza e tutta la parte di alimentazione ricoprono un ruolo centrale.
Acquistare il cavo più adeguato al proprio impianto è una scelta altrettanto impegnativa nella quale Audio Quality saprà indirizzarti. Svariate possibilità di acquisto in base a prezzo e tipologia di cavo dei migliori marchi tra cui AudioQuest, Ricable, Norstone e molti altri.

Parte fondamentale è quindi avere la possibilità di provare, capire ed ascoltare di persona ciò che si desidera acquistare. Grazie ai nostri spazi di Bologna e Milano, affiancati dai nostri esperti, tutto questo è possibile.

Musica Liquida – Un nuovo modo di ascoltare 

C’era una volta il vinile, impiegato per decenni come unico supporto per l’ascolto dei dischi. Venne poi l’epoca dell’audiocassetta, che ha consentito a chiunque di prendere confidenza con il concetto di compilation e playlist personalizzate. Un approccio alla creazione e alla fruizione della musica evoluto ulteriormente con l’introduzione del CD prima e dei formati digitali successivamente, in particolare con la compressione offerta dall’MP3. L’ultima (almeno per il momento) innovazione che ha interessato il mercato discografico è rappresentata dalle piattaforme di streaming: la formula dell’acquisto è rimpiazzata da quella del noleggio in abbonamento e gli utenti possono accedere in modo istantaneo ad un catalogo ampio, smisurato, composto da decine di milioni di brani.

Streaming: nuovo modello, nuova musica

La grande novità consta nel fatto che non si possiede la musica né in forma “solida” (CD, vinile, cassetta), né in forma digitale (sotto le sembianze di un file): quel che si possiede è semplicemente il diritto di accesso e fruizione al contenuto. La canzone può essere organizzata in playlist, eventualmente anche scaricata in locale, ma l’accesso alla stessa sarà sempre e comunque vincolato ad una durata. La cui scadenza è fissata con il termine del contratto di abbonamento siglato.

Il diritto di accesso si sostituisce al diritto di proprietà (sebbene quest’ultimo fosse in discussione già prima dell’arrivo dello streaming). Il primo nome a portare avanti con forza l’idea dell’abbonamento fu Napster, ma i tempi non erano ancora maturi e il nome che rese celebre la pirateria online dovette alzare bandiera bianca. Molte altre proposte ci hanno provato in seguito, cercando formule che sono state plasmate nel tempo fino alle odierne proposte con cui l’industria spera di riconquistare il mercato.

La formula dello streaming, infatti, piace tanto agli utenti (che a modico costo possono accedere a tutta la musica che vogliono, quanto alle grandi etichette, che in qualche modo riprendono in mano la situazione dopo aver passato anni alla ricerca di uno sbocco per uscire dalla crisi. E l’incedere delle soluzioni e della concorrenza spinge peraltro verso il basso i costi, stimolando l’esplosione del settore. Il mobile fa il resto, mettendo la musica nelle mani degli utenti ovunque vi sia una connessione.

Come usufruire di questi servizi?

Per poter usufruire di tutti i servizi di streaming digitale, il mercato mette a disposizione diverse soluzioni. L’approccio più semplice avviene tramite prodotti che integrano questo tipi di servizio direttamente in un’unica elettronica: i sintoamplificatori stereofonici connessi alla rete.

Negli ultimi anni, i maggiori marchi di elettroniche, hanno creato linee di prodotti pensate per questo nuovo mondo. Se in precedenza era il sintonizzatore radio ad essere integrato in un amplificatore stereofonico, ora le possibilità sono molto più ampie. La connessione alla rete internet abilita l’integrazione dei maggiori servizi di streaming quali Spotify, Tidal, Deezer e molti altri. Le radio passano anch’esse dalla rete, così da poter ascoltare stazioni provenienti da tutto il mondo.

La soluzione più semplice ed intuitiva appena citata non è l’unica a disposizione degli utenti

Risultati ancora migliori si ottengono grazie a media player dedicati a questo tipo di servizi. Apertosi il mercato in questa direzione, sono nati anche questi nuovi tipi di prodotto connesso ad internet. Grazie a piattaforme come Tidal, le quali offrono abbonamenti che consentono di raggiungere e superare la qualità del supporto fisico CD, prodotti come i media player hanno assunto un’importante valenza. Uno streamer che abbia al suo interno una componentistica in grado di fornire un flusso analogico di grande qualità, giustifica il suo essere dispositivo di riferimento per questo campo d’impiego. La qualità della conversione D/A più raffinata e precisa diventa fondamentale per sfruttare a pieno segnali ad alta risoluzione.

Tra i principali marchi che producono media player troviamo Cambridge Audio, Marantz, Yamaha e Bluesound. Ognuno con le sue caratteristiche e compatibilità con i vari sevizi offerti. Alcuni player si prestano anche per un utilizzo puramente da DAC. Avendo a disposizione ingressi di tipo digitale, vengono sfruttati i convertitori interni per realizzare un precisissimo segnale analogico da dare in pasto al proprio amplificatore integrato. Un’altra caratteristica che non tutti hanno a bordo è l’uscita analogica bilanciata XLR, un ulteriore miglioramento per il collegamento al proprio sistema.

Questo nuovo approccio alla musica, unisce comodità d’uso e qualità dei brani a disposizione. Le infinite librerie musicali alla portata di un tocco, senza dover rinunciare alla qualità del proprio CD, saranno certamente parte fondamentale del futuro dell’HiFi. Molteplici le soluzioni per entrare a far parte di questa nuova era digitale, sia se si possiede un impianto più tradizionale o se ci si trova al primo approccio verso il mondo dell’HiFi di medio-alto livello.

HiFi Stereo Specialist

Paolo Gabage

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